Massimo Falcone è mancato domenica 17 aprile e martedì 19 nel pomeriggio a Rongio numerosi amici lo hanno salutato per l'ultima volta in questo mondo e hanno scambiato con lui un arrivederci "nella casa del Padre", secondo un'espressione molto cara a don Luigi che di Massimo è stato il papà su questa terra.
Una cerimonia raccolta e partecipata con numerose sentite testimonianze degli amici che hanno condiviso con lui gli anni della "casa" e poi l'impegno in quel di Curino e l'amicizia che l'ha accompagnato in questi ultimi anni.
Massimo riposa in una tomba scavata proprio davanti alla tomba della famiglia Longhi in cui riposa don Luigi nel piccolo cimitero di Rongio: solo un simbolo terreno della riunione avvenuta tra i due nella vita che non ha fine, dove ogni lacrima è asciugata e ogni ansia ed affanno quietato per sempre nell'infinita misericordia di Dio.
Con Massimo se ne va un altro grande pezzo dell'avventura umana che è stata la Comunità di don Luigi, il gruppo dei suoi ragazzi e figli. Chi rimane sente allargarsi il vuoto che il tempo inesorabilmente pare alimentare. Ma questo vuoto si riempie dei legami che hanno fatto quegli anni e diventa pienezza di impegno nella certezza di aver fatto parte di una grande avventura che proprio chi rimane deve continuare a testimoniare.
Il foglio dei canti preparato dagli amici di Rongio per la cerimonia funebre, sotto la sua foto, recitava "Ciao Massimo", un ciao che tutti all'Aravecchia in questi giorni condividono nel profondo del cuore.