Adozioni nelle Missioni Vercellesi
Forse pochi sanno che don Luigi Longhi fu, insieme alla compianta professoressa Domenica Pagella, l'iniziatore vercellese di quella particolare forma di Volontariato Missionario moderno che va sotto il nome di Operazione Mato Grosso. Era il 1968 e la gioventù italiana ed europea era in tutt'altre faccende affacendata ma don Luigi, credo col consenso dei suoi superiori di Seminario, prendeva contatto con Don Ugo de Censi, il visionario e carismatico prete salesiano iniziatore del movimento. Chi scrive ricorda bene la visita fatta a don Ugo nel carcere minorile di Arese dove lavorava come cappellano ed educatore. Don Luigi (ma allora per il gruppo di amici che eravamo era semplicemente Luigino) mi aveva coinvolto perchè nell'estate precedente ero stato ai campi di lavoro dell'Abbé Pierre che si erano tenuti per la prima volta in Italia e mi ero fatto, in quel di Torino, una discreta pratica di come si allestiva e gestiva un "campo di lavoro". Per tutto un anno abbiamo messo in piedi raccolte di carta stracci e ferrovecchio per tirare su i soldi per la spedizione a cui don Luigi voleva partecipare. Era il secondo anno delle spedizioni dell'Operazione Mato Grosso. Domenica sarebbe andata a Poxoreu in Brasile tra gli indios Xavantes e Luigino a Sucua in Ecuador tra gli indios Shuara o Jivaros. Ma come spesso succede, gli uomini fanno progetti ma poi Qualcuno decide oltre e al di là di essi. Ad anno scolastico terminato e a pochi giorni dalla partenza Luigino ha un attacco di peritonite. Bisogna entrare in ospedale immediatamente e abbandonare per il momento ogni sogno transoceanico… Mi ricordo che dal letto dove era appena stato ricoverato (allora i ricoveri avevano la consistenza di un soggiorno non come i mordi e fuggi attuali), mi afferra la mano e mi dice papale papale, "Gian, visto che io sono inchiodato in questo letto a Sucua ci devi andare tu". In verità io sognavo i campi di lavoro in Francia dove avrei rivisto gli amici e le amiche conosciuti l'anno prima a Torino. Ma Luigino già allora sapeva essere convincente e nel giro di pochi momenti entro nella parte, riesco a strappare un sì a casa e a preparare i documenti a tempo di record. Per me Sucua sarà l'inizio di una discreta e longeva storia d'amore coll'America Latina. Luigino accetta quell'innegabile delusione e si prepara per gli anni successivi. Dovrà aspettare 2 anni ma la sua partecipazione alla spedizione Mato Grosso al lebbrosario di Campogrande in Brasile farà di lui il "prete degli ultimi" che tutti ricordiamo.
Missione e Vangelo saranno sempre la sua ispirazione quotidiana. E, come raccontato anche in altre pagine di questo blog, anche dopo aver realizzato le opere che oggi la nostra Associazione cerca di continuare nel suo ricordo e nella sua amicizia, don Luigi non esita a partire per l'Estremo Oriente per collaborare alla fondazione di alcune case-famiglia per i bimbi abbandonati delle periferie di Bangkok.
Sul sentiero tracciato da don Luigi si collocano le piccole iniziative che vogliamo documentare qui. Si tratta di piccole cose che comunque vogliono collocarsi in quella fede che un mondo migliore sia possibile ed anzi evangelicamente doveroso che don Luigi con tutta la sua vita ci ha insegnato:
Quindi ancora in America Latina una casa famiglia a sostegno di ragazze in difficoltà.